ponti di roma

Ponte Sisto a Roma

La nostra bella capitale non ha solo monumenti, chiese, fontane e piazze, ma ha anche i ponti! Eh sì, sono stati sempre sottovalutati, ma i ponti di Roma sono ricchi di storia, ed alcuni sono molto vecchi, e quindi come non poter ricordare la storia di Ponte Sisto, un Ponte a prova di Papa. Prendete un b&b roma trastevere e sarete proprio nel punto giusto per ammirare Ponte Sisto.

Ponte Sisto prende il nome da papa Sisto IV, perché proprio per lui fu ricostruito, per permettere al pontefice di attraversare il Tevere da sponda a sponda, collegare le due rive del fiume, fra Piazza Trilussa e via dei Pettinari. Le origini del ponte però risalgono al 12 a.C. costruito da Vipsanio Agrippa per aprire una strada che dava su Trastevere. In origine era un ponte ligneo, e nel corso dei secoli, gli vennero attribuiti diversi nomi, Antonino, Agrippa, Gianicolense, Aurelio,Valentiniano, Onda e Rotto, tutti dati per ragioni ed episodi particolari avvenuti nel corso degli anni. Infine arriviamo al 1473, papa Sisto IV il 29 aprile, pone la prima pietra per il restauro del vecchio ponte inutilizzato di Agrippa, in prossimità del Giubileo del 1475, per non sovraccaricare Ponte Sant’Angelo, che nel Giubileo precedente del 1450, per il sovraffollamento, come unico passaggio per San Pietro, c’erano stati dei morti. Ma ricordiamo un aneddoto divertente: la storia narra che quando Sisto IV abitava nel convento di S. Salvatore in Onda ed era ancora cardinale, per arrivare in Vaticano, passava per Ponte Sant’Angelo, e gli risultava scomodo, quindi si era ripromesso già all’epoca che se, e quando fosse divenuto pontefice, avrebbe fatto restaurare il ponte diroccato di Agrippa, proprio di fronte al convento. Secondo il Vasari i lavori furono affidati all’architetto Baccio Pontelli e il ponte fu inaugurato proprio per il Giubileo del 1475 e la sua riapertura valorizzò di molto il quartiere di Trastevere. Si racconta che parte dei fondi per la costruzione fu preso dalle gabelle imposte alle cortigiane di Roma.